Biografia
La Compagnia d'arte Circo Calumèt viene fondata nel novembre del 2004 dagli artisti Simone Dulcis e Andrea Meloni che, dopo dieci anni di collaborazione, decidono di dare forma, identità e continuità al loro incontro umano e professionale.
Nei primi quattro anni di vita la Compagnia si consolida principalmente intorno alle figure dei due fondatori che attraverso un processo di comparazione, integrazione e contaminazione tra la pittura informale e il linguaggio teatrale sperimentano modi personali di fare arte.
In principio l'attività della Compagnia si concentra particolarmente sui laboratori d'espressività pittorica e teatrale, la cui concezione si ispira ai modelli processuali dei Riti di Passaggio delle comunità primitive.
I laboratori di espressività artistica della Compagnia sono basati sui principi di tutela della salute mentale e di diritto all'arte nel quotidiano; essi vengono proposti e sperimentati in ambito sociale e clinico come percorsi di conoscenza e crescita personale.
Sempre negli stessi anni la Compagnia instaura un'assidua collaborazione con il Centro Regionale di Documentazione Biblioteche per Ragazzi per conto del quale realizza diversi progetti di promozione alla lettura e di aggiornamento professionale; tra questi lo spettacolo "La drogheria di Odense" dedicato all'opera e alla vita di H. C. Andersen in occasione del bicentenario della sua nascita, e il reading "Storie di Innocenti" dedicato all'opera dell'illustratore Roberto Innocenti. Entrambe le manifestazioni sono state promosse insieme ai Servizi Educativi della Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna.
Nel 2006 la Compagnia realizza lo spettacolo "Il Teatro dei fratelli Scomparso", prodotto dal Teatro Laboratorio Alkestis; con questo lavoro partecipa alla quinta edizione del "Festival delle arti espressive" di Torino, al festival "Altri Teatri" di Bitonto e al progetto Mibac 2007 "Un'isola in festival", organizzato dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari per conto della Regione Sardegna.
Sempre per l'Alkestis realizza inoltre il laboratorio per attori principianti "L'attore informale", lo spettacolo teatrale sul mito di Arianna e Teseo "Malaccorto Amore" e unitamente alla cooperativa sociale Centro Studi Danza realizza il progetto delle giornate nazionali di studio sul teatro sociale "Di diversità virtù".
Nello stesso anno partecipa al festival di poesia "Universi" e alla quarta edizione del festival letterario "L'isola delle storie" di Gavoi.
Nell’estate del 2008 la Compagnia, dopo i primi anni di consolidamento, attraversa una fase di sviluppo nell'ambito della quale apre il sito web, assorbe nell'organico il fotografo Stefano Fanni, la curatrice Sara Costa e lavora sull'allestimento dello spettacolo teatrale "Autoritratto in faccia al sole", omaggio alla figura di Vincent van Gogh, che debutterà a Cagliari entro la fine del 2008.
Scarica il curriculum |
Il nome:
Il nome della Compagnia nasce dalla libera associazione di due parole che per esigenze del nostro immaginario scavalcano la stretta definizione da vocabolario e diventano il nome proprio con cui chiamiamo la nostra identità, con cui diciamo in due parole il nostro universo artistico ed esistenziale.
La parola “circo” l’abbiamo adottata considerandola da una parte come metafora del nostro nomadismo creativo, dall’altra come utopia di una convivenza artistica fondata sulla diversità di linguaggi e sulla comunanza di vedute.
Anche la parola “calumèt” non è stata scelta in riferimento diretto all’oggetto “pipa della pace”, ma al “tempo della tregua” che esso stabiliva quando veniva fumato. Nei processi artistici il tempo della tregua è un tempo proprio, una fase necessaria. Non è misurabile perché non segue le regole e gli scopi del tempo strutturato. E’ un tempo spontaneo che si genera dai contrasti, dalle crisi, dall’incomprensione. La tregua non sancisce il vuoto di tempo; è come un campo che viene tenuto a maggese, cosicché la terra possa riposare e rigenerarsi. Il tempo della tregua lo si può riconoscere nell’immagine di un lupo che, sdraiato all’ombra di una quercia, respira; il suo ventre si gonfia e sgonfia rapidamente e la lingua, come un panno steso al vento, gli penzola dalla bocca.
I colori:
Il bianco, il nero e il rosso sono i colori che rappresentano il nostro clan, i colori delle nostre origini artistiche fortemente ispirate ai riti di passaggio delle comunità tribali africane.
L’utilizzo del bianco, del nero e del rosso per tali comunità ha una valenza simbolica, atta a rappresentare la morte, la terra, le forze vitali e magiche.
I segni e la forma:
“L’idoletto” è l’immagine totemica della nostra Compagnia. La sua forma è il risultato di una combinazione di segni simbolici.
L’ovale superiore, rappresenta la maschera, elemento di mediazione tra naturale e sovrannaturale, strumento di camuffamento e rivelazione.
La croce o X, simboleggia la simmetria e la ritmicità, la forza e la protezione.
Il tronco è l’elemento che riguarda la bellezza, la parte destinata alla decorazione simbolica ed estetica, ai segni, ai tatuaggi e alle scarificazioni.
L’ovale inferiore, o seme, rappresenta la terra, come simbolo del femminile e della fecondità.
Il segno verticale rappresenta il bastone del sapere e della forza, come simbolo del maschile e della fertilità.
Lo spirito
…E poi c’erano altre cose che avvincevano il mio animo; le osservazioni e le risate insieme, lo scambio di affettuose gentilezze, la lettura in comune di libri piacevoli, fare insieme cose ora insignificanti ora importanti, contrasti passeggeri, senza rancore, come succede ad ogni uomo anche con se stesso, e con quei contrasti, peraltro così rari, rendere più gustosa l’abituale concordanza di vedute: insegnarci cose nuove a vicenda, sentire acutamente la nostalgia per gli assenti e accoglierli con gioia al loro ritorno: questi e altri simili segni, sgorganti da cuori che amano e si sentono riamati, ed espressi col contegno, con le parole, con lo sguardo, e con mille graditissimi gesti, fondono insieme come fiamma gli animi e di molti ne fanno uno solo.
Da “Le confessioni” di S. Agostino
|