Spettacoli teatrali e cultura in Sardegna
Circo Calumèt - Compagnia d'arteteatro sociale, teatro contemporaneo, teatro di ricerca, fotografia contemporanea, fiabe, racconti di magia, miti classici, esposizioni, sardinia, theater, arte, pittura, contemporanea, informale, gestuale, materica, poesia, poetry, morning prayers

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S'insinua frammento (2015)

mostra personale di Simone Dulcis

Curatrice:ALESSANDRA MENESINI

Vernissage:09 Gennaio 2015
Opening:giovedi,venerdi e sabato dalle ore 19 alle ore 21

Spazio (IN)VISIBILE via Barcellona75 Cagliari

Affiorano lievi, i particolari narrativi, nelle opere novelle di Simone Dulcis. Sagome di dei e di destrieri, e ponti impraticabili addossati alle montagne e foreste di alberi sottili quasi trasparenti. Racconta di un viaggio, questa sequenza di tele dipinte senza pennello, di un cammino che parte dalla terra e volge lo sguardo in alto, verso un cosmo sbiancato e brunito sull'azzurro che lo circonda. Anche le costellazioni, coi loro nomi legati al mito, hanno colori di acqua e di fango. La loro luce è tutta nelle cornici dorate che proteggono il loro splendore. “S'insinua frammento”, nei quadri di un artista che traccia linee di cattedrali e castelli su un fondo di bitume scavato dai diluenti e ferma il procedimento della corrosione nel momento esatto in cui la forma è perfetta . Un cespuglio di canne, a simboleggiare un bosco che riporta alla mente la selva selvaggia ed aspra e forte e una distesa di foglie secche sul pavimento, in una mostra che alla ricerca del sublime contrappone la precarietà dell'esistere .
ALESSANDRA MENESINI


Cattedrali (2013)

personale di Simone Dulcis

CATTEDRALI
Alte e remote. Inaccessibili, le CATTEDRALI che Simone Dulcis dipinge con tratti sfocati, sotto cieli di ombra e di oro. Sono luoghi dello spirito, questi edifici che niente hanno intorno e che, se non si aggrappano a bastioni di roccia, sembrano galleggiare nell’acqua. Colonne, portali, chiostri, si percepiscono appena nelle atmosfere caliginose.
Sono presenze sottese che lentamente emergono, come se fossero da sempre state lì, sui fondi di tela e di legno, in attesa di tornare materia. Per quanto turrite, e salde nell’elevarsi verso un cosmo invisibile, sono strutture corrose ed evanescenti solcate dalle colature dell’olio e del bitume acrilico, da un rosa sporco, da macchie nere, da tinte rugginose. Solo la matita, passata con leggerezza di tocco, evidenzia le linee e le forme di un’architettura destinata ad accogliere e a unire. Sono un approdo dell’anima, le CATTEDRALI che Simone Dulcis svuota di qualsiasi simbolo religioso.
Potenziali contenitori d’armonia, ponti verticali fermamente ancorati alla terra e tuttavia capaci di proiettarsi oltre i limiti apparenti segnati da bassi ma valicabili orizzonti.
Alessandra Menesini

Next station is... (2009)

personale di Simone Dulcis

Galleria SPAZIO P - via Napoli 62, Cagliari -
dal 28 maggio al 13 giugno 2009
dal lunedì al sabato, dalle 19.00 alle 24.00

E' una massa rossa eccentrica e pulsante, a vibrare ai margini di una veduta metropolitana affondata fin nel cuore scuro della città. Planimetria underground fitta di reticoli, di labirinti, di spazi cavi. Passaggi sotterranei che si incrociano con fiumi carsici, moli d'approdo che paiono barriere, stazioni che ingoiano e rigettano un numero quasi esatto di esseri viventi. La novella Babilonia rappresentata a colpi di bitume da Simone Dulcis ha lucori giallastri su un cielo invisibile. Ha rivoli di tinta come radici, color liquerizia e gomma bruciata nella town che vive nel buio e non per questo si spegne. Ci sono tracce di cuori e di anime in quei cammini incatramati, nelle stesure di smalti, di acrilici e del serico olio, nei contrasti appena avvertibili tra lucido e opaco. E nelle finestrelle aperte nei muri delle Safe Homes c'è una breccia, forse una feritoia, rivolta verso quel mondo di superficie che induce alla difesa. Tra le pennellate pastose e cariche di materia della sua sapienza pittorica, Simone Dulcis chiude, dissimulandoli, gli elementi spirituali sottesi alla sua ricerca. Sempre legato all'Africa in cui visse da bambino, ritma sui battiti della musica DUB il rumore ferrigno che sale dagli inferi del sottosuolo.

presentazione a cura di Alessandra Menesini

La spina del grano (2008)

omaggio a Vincent van Gogh

La Spina del Grano - Omaggio alla figura di Vincent van Gogh - mostra d'arte contemporanea

Castello San Michele 21 Dicembre - 20 Gennaio '09

a cura di: Sara Costa


L'associazione culturale Circo Calumèt presenta la mostra d'arte contemporanea "La Spina del Grano", per rendere omaggio alla figura di Vincent van Gogh. Inaugurazione domenica 21 dicembre alle h. 17.30 presso il Castello San Michele di Cagliari.

Il suo stile di vita, il suo disagio esistenziale e il tragico suicidio hanno fatto diventare van Gogh un'icona dell'arte borderline. Ma nella sua pittura c'è molto di più: creare arte significava per lui dipingere la vita, non la semplice realtà, ma anche il principio di ciò che è vita.
Dopo due anni di intensi studi e riflessioni sull'artista, la Compagnia ha scritto dapprima lo spettacolo "Autoritratto in faccia al sole", un adattamento teatrale delle Lettere al fratello Theo, che vuole essere uno strumento per poter divulgare l'universo umano ed artistico meno conosciuto di van Gogh , e in seguito si è concentrata sulla realizzazione di una mostra espositiva attraverso la quale, la sensibilità e fragilità di questo universo, potesse essere interpretata e raffigurata.
Il tema del grano è un tema centrale nel pensiero di Vincent van Gogh. Attraverso le opere pittoriche e le epistole si ha la possibilità di cogliere l'importanza che egli attribuiva al grano come metafora della vita.
Il grano è il seme della nascita, della speranza, della gioia di vivere, ma allo stesso tempo è un elemento naturale segnato da un destino crudo, viene falciato per poi essere trasformato in altra materia prima. Ma in van Gogh non c'è solo la visione "tragica" della vita, lui depone nel grano anche la speranza di una rinascita, di una nuova esistenza.
La speranza e la visione realistica della vita accompagnano van Gogh in questa ricerca introspettiva, carica di significati.
La mostra vedrà la partecipazione di artisti contemporanei locali e nazionali appartenenti a diverse tendenze e tecniche artistiche: pittura, scultura, fotografia, grafica e disegno ( disegno a matita, carboncino, pastelli, lavori a tempera, ad acqua, inchiostri, incisioni su carta ed altri materiali) , installazioni, digital art e video arte.
Artisti: Barbara Agreste, Gianni Atzeni, Alessandro Biggio, Anna Borghi, Paolo Carta, Giulia Casula, Gisella Congia, Giampaolo Cossu, Fabrizio Da Prà, Simone Dulcis, Elisabetta Falqui, Stefano Fanni, Marta Fontana, Lea Gramsdorff, Francesca Lixi, Gianluca Melis, Stefano Parrini, Marco Pili, Marilena Pitturru, Francesco Podda, Raffaele Quida, Francesca Randi, Angelo Secci, Theo Viana .



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